Santolù, il rito nobile della barberia a Roma

Fabrizio Montini Trotti ha incontrato per TheEveryPlace Gabriele Alberto Casertano, founder di Santolù, una boutique del barbiere situata nel cuore della Dolce Vita.

Ciao Gabriele, come hai iniziato il tuo lavoro e seguendo quale idea di barberia hai creato un luogo unico e diverso da tutti come Santolù di cui sei owner e founder?

La mia passione per il mondo della barberia ha radici profonde e comincia con la mia esperienza da cliente. Fin da giovane ho osservato con ammirazione il ruolo del barbiere e la sua rilevanza nella vita delle persone. Vedevo clienti affidarsi con totale fiducia nelle mani dell’artigiano, rimanendogli fedeli nel tempo. Chi di noi, prima di un evento importante, non ha fatto un salto dal suo barbiere di fiducia?

Il mestiere del barbiere, umile ma essenziale, mi ha affascinato fin da subito ma non immaginavo una carriera in quel mondo. Crescendo ho sviluppato una particolare sensibilità per la bellezza in tutte le sue forme, dall’architettura, alla moda e al design, approfondita poi iniziando un percorso universitario. Nel tempo, con una visione più chiara del mio progetto di vita, ho abbandonato gli studi per intraprendere un percorso accademico nel settore delle acconciature e delle tecniche di taglio. Volevo applicare la mia passione per la bellezza, per le proporzioni e per le forme classiche, a quel lavoro che da sempre mi aveva affascinato.

Quasi contemporaneamente ho cominciato a lavorare al fianco dei grandi maestri della barberia romana, un’esperienza unica che mi ha arricchito sia lavorativamente che personalmente. L’esigenza di creare un luogo dove poter esprimere al meglio la mia idea di barberia mi ha portato, nel maggio del 2019, a fondare Santolù Roma, un posto in cui il rito tradizionale del barbiere si fonde con le moderne tecniche di stile, in un ambiente raffinato e con un servizio curato nei minimi dettagli.

Perché hai scelto proprio una zona come il quartiere Pinciano di Roma, a pochi metri da Via Veneto, crocevia della Dolce Vita e simbolo d dell’eleganza e dello stile dagli anni ‘60 fino a oggi?

Non credo di aver scelto Via Veneto intenzionalmente, credo che sia stato più un incontro fortuito, una serie di coincidenze che mi hanno guidato verso questo luogo. Dal primo momento in cui sono arrivato a Via Veneto ho percepito chiaramente il fascino e il potenziale del posto. Il progetto di Santolù Roma ha iniziato a prendere forma nella mia testa: il concept del negozio, lo stile e il servizio da offrire nella Barberia. Per questo ritengo che Via Veneto abbia svolto un ruolo fondamentale nella definizione dell’identità di Santolu’ Roma. 

Qual è la tua idea di Made in Italy e come la declini nel tuo lavoro di barbiere e di look stylist?

Per me il Made in Italy è prima di tutto uno stile di vita, lo vedo riflesso in ogni mio gesto e nelle mie passioni. Il Made in Italy non è solo un brand, è la lavorazione di semplici materiali che attraverso la passione, la dedizione e la cura per i dettagli si trasformano in un’opera d’arte unica al mondo. È per questo che in ogni prodotto italiano possiamo carpire l’identità e la storia dell’artigiano che l’ha creato. All’interno di Santolù il Made in Italy si percepisce in ogni cosa, dal profumo del salone all’arredamento, dai prodotti per la cura della persona alle tecniche antiche tipiche della barberia romana.

Il servizio poi, ispirato alle grandi sartorie italiane, è un rito personalizzato in base alle esigenze e ai caratteri distintivi del cliente e lo porta a vivere un’esperienza unica e “su misura”. Da Santolù il barbiere non è mai protagonista ma fa da sfondo a un momento che porta il cliente a estraniarsi dalla vita frenetica dei nostri giorni.

Santolù si distingue dagli altri barber shop per il rapporto diretto e personale e per l’approccio tailor made, personalizzato sulle esigenze di ogni cliente, che si tratti di un habitué o di un businessman in viaggio d’affari. Quanto ti ha ripagato questo approccio, sia in termini fidelizzazione che di promozione attraverso il passaparola?

Personalmente credo che l’identità sia un elemento fondamentale della nostra vita e ancora di più dell’artigianato. Ogni bottega dovrebbe distinguersi in quanto rappresenta l’estensione e l’espressione della personalità dell’artigiano. Nella mia bottega, la cura che dedichiamo a ogni servizio e a ogni cliente è il cuore pulsante dell’attività. Per scelta non abbiamo insegne esterne e non pubblicizziamo mai i nostri clienti, anche se parliamo di celebrità internazionali, personalità influenti o icone di stile. Credo che il passaparola sia la forma più autentica e genuina di pubblicità in quanto sostenuta dalle emozioni e dalla soddisfazione del cliente. Questo ci spinge a dare sempre il massimo in ogni servizio, cercando di superarci continuamente.

Senza fare nomi e cognomi, puoi raccontarci una richiesta insolita che ti è capitata e una gratificazione particolare per cui hai pensato che ne è valsa davvero la pena?

Con una clientela così esigente le richieste insolite sono all’ordine del giorno, ma sono proprio queste che rendono il mio lavoro divertente e dinamico. Ad esempio, conosci molti barbieri che raggiungono il proprio cliente in elicottero? Situazioni uniche come queste aggiungono un tocco di eccitante originalità alla mia professione. Le gratificazioni nel mio lavoro arrivano ogni giorno, basta osservare lo sguardo del cliente alla fine del servizio e notare quel sorriso appena accennato che emerge ammirando il risultato finale.

Dal centro al litorale, quali sono i tuoi luoghi preferiti di Roma che più corrispondono al tuo stile?

Il mio luogo preferito a Roma è senza dubbio Via Veneto. Via Veneto per me è il racconto di una storia di alti e bassi, di momenti di splendore e di sfide. Nonostante abbia attraversato periodi difficili, con negozi chiusi e un aspetto decadente, conserva ancora un fascino unico. Ogni passo su questa strada racconta una storia di giorni migliori, di gloria passata e di speranza per il futuro. Questa dualità mi ha colpito profondamente. È come se la bellezza intrinseca di Via Veneto fosse amplificata dalle sue cicatrici, trasformando la malinconia in una sorta di dolce nostalgia per il passato e di speranza per il futuro. È un contrasto che mi affascina e mi ispira, perché riflette la complessità e la profondità della vita stessa.

Puoi darci anticipazione sui tuoi nuovi progetti imprenditoriali?

Essere imprenditore oggi, dal mio punto di vista, è un atto di coraggio e di coscienza sociale. Nei miei progetti imprenditoriali non mi concentro mai solamente sul profitto, il mio impegno è rivolto al miglioramento della qualità di vita delle persone e dei servizi offerti nelle nostre città. Mi definirei un “imprenditore responsabile”, nelle mie attività non cerco di creare valore solamente per me stesso ma anche per i consumatori: proprio per questo non voglio pormi limiti per progetti futuri.


Fabrizio Montini Trotti, classe ’75, appassionato di musica con il vizio della scrittura, è un inguaribile collezionista di vinile, da sempre alla ricerca di nuovi generi e talenti da ascoltare e da proporre. Non a caso la radio e la consolle sono stati, per un po’ di tempo, il suo habitat naturale. Pur avendo appeso le puntine al chiodo, continua ad applicare i precetti del jazz, il suo primo amore, al lavoro (quello “vero”) e alla vita quotidiana convinto che improvvisazione e ispirazione derivino dalla convergenza di vari elementi.