Museo Boncompagni Ludovisi: arte, costume, moda.

Per arrivare al Museo Boncompagni Ludovisi si percorre, da destra o da sinistra, un tratto di Via Boncompagni, strada celebre della movida romana perché di immediata vicinanza a Via Veneto e ai luoghi della Dolce Vita felliniana. Il villino in cui si trova, a guardarlo bene, sembra quasi volersi staccare fisicamente dalle costruzioni restanti che lo circondano: al villino, appartenuto alla famiglia Boncompagni Ludovisi, si deve il nome del museo.

La storia del Villino Ludovisi.

La storia del villino si perde nei secoli passati: nel 1622 il Cardinale Ludovico Ludovisi comprò l’antica Villa Orsini e tutti i territori adiacenti, con l’intento di costruire Villa Ludovisi. Villa Orsini si estendeva per 30 ettari, da Porta Pinciana a Porta Salaria. I giardini furono progettati dallo stesso architetto che curò quelli di Versailles, l’architetto paesaggista André Le Nôtre, e questo dimostra la grande importanza che la famiglia riservava al progetto. Di grande lustro era anche la collezione di reperti storici, circa 450 sculture che il Cardinale Ludovisi volle posizionare proprio nei giardini e che furono ammirate da tanti visitatori celebri. La villa conservò il suo splendore fino al 1886, anno in cui la famiglia sottoscrisse una convenzione con l’allora sindaco di Roma, Leopoldo Torlonia, per la lottizzazione dell’area: i territori circostanti furono ceduti alla città per la costruzione di quello che poi sarebbe diventato il quartiere Ludovisi così come lo conosciamo oggi.

Nel 1901, la famiglia, avendo ancora a disposizione un’area di proprietà, iniziò la costruzione di un nuovo villino, progettato dall’ingegnere Giovanni Battista Giovenale che decise di usare uno stile eclettico, un mix ben congeniato di barocco romano e liberty capace di emergere con evidenza se si posa lo sguardo sul prospetto, regolare nella forma ma dinamico nelle sue ringhiere floreali, nella composizione delle finestre del mezzanino, e negli elementi che figurano sullo stemma della famiglia.

Il Museo esiste perché nel 1932 Andrea e Alice, sua moglie, ultimi discendenti della famiglia, decisero di fare delle migliorie e di porre le basi per l’esposizione che vediamo oggi. Alla loro morte, avvenuta senza eredi diretti, decisero di donare con lascito testamentario il villino allo Stato italiano, a condizione che lo stesso venisse destinato a uno scopo artistico e culturale, e che restasse uno spazio aperto al pubblico.

Il Museo aprì ufficialmente nel 1995, con il nome di Museo Boncompagni Ludovisi per le Arti Decorative, il Costume e la Moda dei secoli XIX e XX.

Il Museo Boncompagni Ludovisi: la visita.

La villa si compone di quattro piani:

  • il piano interrato, in origine destinato alla lavanderia e alle cucine
  • il piano Nobile, per la rappresentanza della famiglia
  • il mezzanino, dedicato ai locali dei domestici
  • il secondo piano, riservato alla zona notte

I piani visitabili sono soltanto due, il piano Nobile e il secondo piano. Le sale che li compongono sono per buona parte di dimensioni piuttosto ridotte, circostanza che ben si sposa con la loro originaria destinazione d’uso.

Il piano Nobile del Museo Boncompagni Ludovisi.

Superato l’atrio, la visita al Museo si apre con l’anticamera, una sala di passaggio che ospita diversi oggetti originali appartenuti alla famiglia. La particolarità del Museo è la grande diversità di stili che racchiude: così come già raccontato per la parte architettonica, anche le collezioni e le opere esposte spaziano dal Futurismo al Decò, passando per il Liberty e il Neoclassico, e in questo risiede la bellezza del Museo, la particolarità che lo caratterizza e lo distingue.

La famiglia Ludovisi aveva una grande passione per lo stile orientale, soprattutto cinese, visibile non solo nelle porcellane esposte nell’anticamera ma anche in molti arredi del secondo piano. Superata l’anticamera si accede alla Sala del Papa Boncompagni, una sala che originariamente fungeva da sala da pranzo e che poi Andrea volle dedicare al suo antenato (Papa Gregorio XVI): oggi è adornata da un ritratto del Pontefice e adibita a studiolo, con arredi originali.

Subito dopo, agli occhi dei visitatori si apre il Salone delle Vedute, la stanza più grande dell’intero villino. Prende il nome dalle pareti affrescate con i giardini della vecchia villa Ludovisi, decorate con l’utilizzo della tecnica trompe l’oeil, che regala a chi le osserva la sensazione di trovarsi davvero in quegli splendidi giardini, di una bellezza tale da essere acclamata da Gabriele D’Annunzio, Goethe ed Henry James, che così li descrisse:

“… i pini svettano con le loro cime ombrose e curve in un cielo che un pittore avrebbe chiamato il blu più morboso, e dichiaro che i luogo dove crescono è il più dilettevole del mondo”.

La sala seguente è Sala della Culla dei Principi di Savoia, ospitata proprio al centro della stanza: è stata realizzata in bronzo, argento e oro nel 1901 per la nascita della primogenita Jolanda ed è affiancata da una statua bronzea della Regina Margherita, decorata in stile liberty. Precede l’ultima sala del Piano Nobile, la Galleria degli arazzi, così chiamata perché le pareti sono dominate da cinque arazzi in stile fiammingo: in questa sala si nota una particolarità architettonica legata al fatto che la parete verso il vestibolo è piatta mentre quella verso il giardino è poligonale, adornata da un soffitto a cassettoni, con legni incisi e dipinti d’azzurro.

Il secondo piano.

Salendo al secondo piano, è forte l’impatto con una collezione che si fa portatrice delle maggiori correnti e tendenze dell’estetica italiana dei secoli XIX e XX. Balla, Cambellotti con una sala dedicata e una vetrata che adornava in origine il palazzo, De Chirico, Galileo Chini e la sua Primavera, un’opera unica qui ospitata in quattro grandi pannelli (in totale l’opera prevede diciotto tele) nata per una sala della Biennale di Venezia nell’esposizione del 1914 e dipinta in un solo mese.

A queste opere si affianca la collezione che caratterizza il Museo per il suo spazio dedicato alla moda: è lo spazio di Palma Bucarelli, Direttrice della Galleria Nazionale Moderna di Roma dallo stile inconfondibile ed elegante che decise di donare buona parte dei suoi abiti e dei suoi accessori al Museo, che a lei ha dedicato un’intera sala chiamata, a ragion veduta, La Palma dell’Eleganza.

Il Museo Boncompagni Ludovisi: un’oasi di cultura nel fragore cittadino.

Museo Boncompagni Ludovisi per le Arti Decorative, il Costume e la Moda dei secoli XIX e XX

Via Boncompagni, 18
00187 Roma

L’ingresso è gratuito, per i gruppi è necessaria la prenotazione.

Orario di visita:

  • dal martedì alla domenica
  • ore 9.00 – 19.30
  • ultimo accesso ore 19.00

Per informazioni e prenotazioni:
Tel. 06 42824074
E-mail: dms-rm.museoboncompagni@beniculturali.it